TEST: il tuo BIGLIETTO DA VISITA ti causa figure da PIRLA?

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Mi sono passati per le mani migliaia di biglietti da visita. Molti li ho disegnati io stesso in base ai desideri (spesso strani) dei clienti, molti di più sono quelli che ho ricevuto nell’arco degli anni nelle mie relazioni di business. Trattando anche articoli per gestire i biglietti da visita (archiviarli, trasportarli e ricercarli) tipici del mondo della cancelleria da ufficio, ormai mi è chiaro che ci sono dei biglietti da visita “che procurano affari” e biglietti da visita che procurano figure da PIRLA.

Il 90% di chi ha un proprio biglietto da visita non ha idea di quale sia la sua vera funzione.

Ti invito a riflettere su una semplice ma cruciale domanda: a cosa serve il biglietto da visita?
Perché io ho sentito le considerazioni più strane, quando ho posto questa domanda. Ti elenco qualcuna delle più comuni, e se anche tu ti rivedi in queste risposte ti dico già che molto probabilmente il tuo biglietto da visita ha qualche problema serio.

  • Serve a farmi notare, distinguendomi dalla marea anonima di biglietti da visita che sono in circolazione.
  • Serve a far sapere tutti i prodotti e servizi di cui mi occupo.
  • Serve a dare ai miei fornitori tutti i dati necessari per emettere la fattura dei miei acquisti.
  • Serve a farmi pubblicità spargendolo in giro, nei locali e nei negozi della mia città.
  • Serve a conformarmi all’immagine aziendale per trasmettere il messaggio che “siamo una squadra”.
  • Serve a suscitare nei miei confronti stupore e ammirazione in chi lo riceve.

Ti ci ritrovi? Purtroppo tutti questi utilizzi del biglietto da visita sono ASSOLUTAMENTE SBAGLIATI. Per ciascuno di questi scopi c’è uno strumento dedicato che funziona meglio, molto meglio, del tuo biglietto da visita. Sarebbe come voler utilizzare una Graziella per una gara di trial,  sforzo immane e risultato ridicolo.

Il biglietto da visita ha una sola, importantissima funzione. In questo articolo voglio illustrarti qual è questa funzione, e una volta fatta tua questa piccola ma decisiva informazione, potrai capire se la tua “visit card” è in grado di aiutare il tuo business a crescere oppure se è un inutile pezzo di carta che ti ha fatto sprecare tempo e soldi, e che finisce nel bidone non appena uscito dalle tue tasche. Siamo fortunati se almeno finisce in quello della carta.

L’unico scopo del tuo biglietto da visita, la sua vera ragion d’essere, il solo imprescindibile motivo per cui dovresti progettarlo con la massima attenzione è questo:

Farti chiamare da chi vuole darti i suoi SOLDI.

Fine. Non serve a nient’altro. E bada bene, ho scritto “chiamare” e non “contattare” perché ricevere un’email non è minimamente produttivo quanto un colloquio faccia a faccia. Bisogna che questi potenziali clienti abbiano voglia di sentire la tua voce, possibilmente per fissare un appuntamento nel tuo ufficio. Si tratta di uno strumento rigorosamente personale, da me consegnato direttamente nelle mani di chi mi interessa avere tra i miei partner di lavoro. Posso anche farlo consegnare da intermediari di mia fiducia, basta che finisca sempre e comunque tra le dita cicciotte di un nuovo cliente.
È il proseguimento di una relazione che hai avviato di persona, ed è in quell’occasione che devi fare colpo sul tuo interlocutore. Di come riuscirci, ad esempio con una Presentazione Fantastica, ne parleremo abbondantemente su questo blog.

Ma andiamo a iniziare il nostro test: il tuo BIGLIETTO DA VISITA ti causa FIGURE da PIRLA? Leggi le sei principali F.d.P. che un biglietto da visita mal progettato ti potrebbe causare e domandati: “il mio biglietto da visita ha questa caratteristica?”
Ogni volta che rispondi: “Cavoli, sì!” mi dispiace amico mio, ma stai facendo proprio quella figura lì.

F.d.P. n°1:  IL CASINARO

Aggiungere infinite informazioni su quanti servizi offri, sui mille prodotti che vendi, sull’orgia di marchi che tratti non farà che creare confusione nel lettore. Inoltre tutte queste scritte e loghi ammucchiati in un tagliandino di carta daranno l’impressione che tu sia caotico anche nel tuo modo di lavorare. Non è una sensazione che faccia venir voglia di lavorare con te. Piuttosto prepara una brochure ben impaginata, più grande e colorata, con tutti i dettagli che ritieni necessari.

F.d.P. n°2:  L’ECCENTRICO

Ho visto biglietti da visita realizzati in forme molto strane. Un cliente mi ha chiesto un grosso “timbro” del suo biglietto da visita, per timbrarlo al volo sulle tovagliette di carta del suo food truck e poi strapparlo a mano di volta in volta. Ma ne ho anche visti tondi come un sottobicchiere da osteria, a fisarmonica, a libretto pieghevole… Vi svelo una grande verità: non esistono supporti di archiviazione dei biglietti da visita così strani. Buste multitasche per raccoglitori, portabiglietti da tavolo o da taschino, archiviatori per la scrivania e tutti i dispositivi simili esistenti possono gestire solo le misure più o meno standard. Ecco perché un buon biglietto da visita dovrebbe essere rettangolare e avere questo range di misure: tra 45x80mm e 55x90mm. Fuori da questi standard del mondo dell’ufficio, il tuo biglietto sosterà per un giorno o due sulla scrivania senza avere una reale collocazione, romperà le palle in maniera sottile ma persistente, e finirà nel bidone al primo repulisti del piano di lavoro. Addio opportunità di essere richiamato.

F.d.P. n°3:  IL TECNOFETICISTA

C’è gente, te lo giuro, che ha una traccia CD-ROM sul retro del proprio biglietto da visita, e questi biglietti si spezzano come cracker non appena li infili nel portafogli e ti ci siedi sopra. Ci sono biglietti con scritte olografiche che mi costringono a cercare la giusta inclinazione per riuscire a leggerli, maledetti loro. Recentemente ho ricevuto un biglietto da visita in plastica trasparente, leggibile solo se lo metto su una superficie che faccia da sfondo. Ci sono biglietti con il nome, il QR-Code e nient’altro, che mi impongono di aprire un’app specifica del mio smartphone per leggere il codice e arrivare infine alla pagina internet corrispondente… Ma siamo matti? Tra il tuo biglietto da visita che mi causa tutti questi disagi e il biglietto del tuo concorrente che leggo con un solo colpo d’occhio, sceglierò sempre il più facile. Il cervello funziona così, prende sempre la via che richiede il minor consumo di energia e attenzione, come spiega magistralmente Nir Eyal nel suo libro “Hooked, creare prodotti e servizi per catturare i clienti”.

F.d.P. n°4:  L’ARTISTA DEL MENGA

Poiché passa da una persona all’altra durante un incontro tra individui che si parlano (spesso in piedi), può anche essere utile per prendere un veloce appunto, come fissare la data di un futuro incontro, il tema di cui si è discusso oppure il luogo e la data in cui ci si è incontrati. Purtroppo, qualche furbone crea biglietti da visita NON SCRIVIBILI. Ma dico io, almeno il retro lascialo a mia disposizione! Del resto è un oggetto che regali a me, lascia che ci faccia quello che voglio io! E invece no, ne vedo a mazzi da sei completamente neri col testo in bianco, o plastificati fronte e retro come se dovessi inzupparli nel cappuccino, o con sfondi di fantasie cromatiche da cubista strafatto di crack. Saranno anche belli da vedere, ma ogni volta che mi capita in mano uno di questi “biglietti d’autore” posso sentire l’ego gonfiare il petto del suo padrone tanto quanto le mie gonadi, e mi domando se chi me l’ha dato speri che io incornici il suo biglietto per appendermelo in salotto. SPOILER: finisce nel bidone.

F.d.P. n°5:  IL BARBONE

Il biglietto estratto tutto consunto dal portafogli, oppure macchiato da ditate di non-sappiamo-cosa, bagnato dal sudore del taschino della camicia in luglio inoltrato, spiegazzato o strappato, con vecchi indirizzi o numeri corretti a penna… fa schifo. Non toccherei un biglietto così nemmeno con i guanti da saldatore, e trasmette l’immagine di una persona trascurata nel suo modo di comunicare tanto quanto nel suo lavoro. Esattamente l’opposto del messaggio di affidabilità e sicurezza che dobbiamo lasciare nel nostro interlocutore se vogliamo essere richiamati. Nel mio negozio vendo a pochi euro un comodissimo ed elegante portabiglietti da visita in alluminio, perfetto per la tasca della giacca, ma ne abbiamo anche di più spessi e capienti, adatti quindi a contesti in cui prevedi di darne vie decine in una giornata. Ti permettono di preservare l’integrità del tuo bel biglietto da visita e porgerlo fresco come una rosa a chi hai davanti, come se fosse appena uscito dalla stampatrice.

F.d.P. n°6:  OCCHIO DI FALCO

Hai cercato il massimo dell’eleganza usando un font corsivo e pieno di ricci e merletti, sottile e grigio chiaro anziché nero pieno. Per aumentare la raffinatezza, hai abbinato ad una carta color crema un carattere piccolo, ma che dico piccolo, minuscolo. Cinque o sei punti, al massimo. Il tuo biglietto è raffinatissimo tanto quanto quelli del film American Psycho, ma sai una cosa? Non si legge un cazzo. E se ha difficoltà a leggerlo un individuo normodotato dal punto di vista della visione, figurati tutti quelli con un briciolo di problemi. Gente con gli occhiali ne conoscerai, no? Anche se tu hai la vista di Superman e riesci a contare i peli sul sedere di un ghepardo in corsa, il biglietto da visita lo hai fatto per tenertelo e godere della sua squisitezza, oppure per darlo agli altri? Pensa a chi lo riceverà! Se non riuscirà nemmeno a leggere cosa c’è scritto, indovina dove finirà il tuo bel biglietto così distinto? Aiutino: inizia con “Bid” e finisce con “one”.

Ti sei ritrovato anche solo in una di queste casistiche? Lascia che ti dia un consiglio, investi €20 in un bel mazzetto di biglietti da visita nuovi, fatti con criterio e soprattutto in grado di facilitare il più possibile la telefonata di un cliente importante. Questo piccolo investimento ti tornerà indietro moltiplicato per MILLE.

Se dopo questo test senti l’esigenza di avere un biglietto da visita che faccia davvero venire voglia di richiamarti, CHIAMAMI IN NEGOZIO oppure, se preferisci, SCRIVIMI CLICCANDO QUI. Ti preparerò una serie di bozze tra cui scegliere il tuo nuovo biglietto da visita e in poco tempo avrai in mano un efficacissimo strumento di lavoro in grado di far correre il tuo business come il ghepardo di cui sopra. Contagli pure i peli del sedere, se ti aggrada.

Ah, non hai visto American Psycho? La scena migliore la trovi qui.

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