Quando ho aperto il negozio, nell’ormai lontano 2009, mi sentivo come un trapezista alla sua prima esibizione in pubblico, ma senza rete di sicurezza.
Ero già piuttosto bravo a capire le necessità delle persone: avevo una sorta di istinto naturale che mi faceva indossare i panni di chi avevo davanti, camminare nelle sue scarpe e immedesimarmi totalmente nella sua giornata tipo. Questa attitudine mi era stata di grande aiuto nelle mie precedenti esperienze lavorative nel ramo della telefonia. Per anni ho migliorato la vita di privati e imprese facendo risparmiare loro vagonate di soldi salvandoli da contratti capestro o servizi assolutamente inadeguati alle loro esigenze. Ho anche vinto diversi premi assegnati in base alla soddisfazione dei miei clienti e alle performance di contratti realizzati. Sono stato nominato dall’azienda per due anni consecutivi miglior agente commerciale d’Italia, assieme a sette colleghi. Credo che un paio dei miei record siano tutt’ora imbattuti.
Da primo e solitario agente su Ravenna per conto della compagnia, in pochi mesi ero diventato il “grande vecchio” di una squadra di agenti professionisti che erano passati tutti sotto la mia formazione sul campo. Ero l’uomo di riferimento per la telefonia in città. Le persone mi fermavano ovunque (al cinema, per strada, nelle corsie dell’ospedale) per chiedermi consigli sulle problematiche tecniche, sui prezzi, sulle promozioni… Il mio ego era molto soddisfatto, chi non lo sarebbe davanti a riconoscimenti del genere? Ma devo essere sincero, al terzo anno di numeri fantastici lavorare per conto di un’agenzia cominciava a starmi stretto, per due problemi sostanziali: non avevo l’elasticità che reputavo necessaria per plasmare le mie offerte su misura per chi si rivolgeva a me, e l’azienda alle mie spalle non era sempre in grado di mantenere ciò che prometteva nelle sue campagne pubblicitarie. In soldoni, le sparava troppo grosse.
Per come sono fatto io, mi è impossibile lavorare senza poter essere sicuro al 100% che sarò in grado di rispettare la parola data. Mi ero addirittura creato una rete “parallela” di elettricisti da contattare quando il numero verde della compagnia non era in grado di aiutare i miei clienti su questioni tecniche, e avevo aperto un blog dove davo risposta a tutte le domande più frequenti che i clienti mi facevano. Tariffe, nuove tecnologie, trucchi e strategie per sfruttare al meglio i vari servizi… parlavo di tutto, senza segreti.
Ma nonostante le mie iniziative individuali fossero graditissime ai miei clienti, e questi avessero un tasso di conferma dei contratti formidabile, la compagnia fece una mossa che ci spiazzò tutti.
Decise di saltare gli agenti
Con azioni di marketing massicce iniziò a contattare direttamente i clienti (nuovi e vecchi) tagliandoci di fatto dalla catena di vendita. Nel giro di pochi mesi il lavoro presso l’agenzia non fu più sostenibile e la squadra di agenti che avevo contribuito a plasmare si disperse come neve al sole.
Confesso che fu un periodo difficile. Vagavo da un’azienda all’altra in cerca di un nuovo settore che mi desse le soddisfazioni emotive ed economiche di cui avevo bisogno. Complice lo stress di quel periodo, mi ammalai. E così, abbattuto nel corpo e nello spirito, pensai che forse avrei dovuto mettermi in proprio. Avrei potuto finalmente mettere in campo tutte le mie capacità e la mia determinazione, e mettere a frutto le relazioni che avevo coltivato negli anni. Sembrava proprio la soluzione migliore, anche se significava cambiare settore.
Mi misi alla ricerca di un comparto che fosse in linea con le mie attitudini “tecnologiche” e relazionali. Purtroppo sembrava che i settori a me più affini fossero invasi da eserciti di competitor disposti a farsi la guerra senza alcun ritegno. Vedevo negozi storici della mia città abbassare le serrande per non rialzarle più, complice la grande crisi che imperversava dal 2006. Pensai di non essere ancora pronto a gestire un’attività mia, se non sapevo nemmeno individuare cosa avrei voluto aprire! E soprattutto, se imprenditori con un’esperienza decennale gettavano la spugna, quali possibilità avrei potuto avere io, l’ultimo arrivato?
Lasciai perdere e finii per lavorare nel mondo della pubblicità. Almeno, lo spirito comunicativo e le competenze audiovisive maturate durante il periodo universitario mi davano una mano. Purtroppo, il morale era ancora sotto le scarpe, e questo ebbe una influenza nefasta sulla mia salute.
Peggiorai, e parecchio
Ero dimagrito moltissimo, non assimilavo gli alimenti e il dolore spesso mi costringeva a degli stop forzati. Sembrava una spirale negativa senza fine: più stavo male e più basso era il mio umore, per colpa del quale stavo ancora peggio. La situazione non era più tollerabile, così decisi di darmi da fare per uscire da quel vortice nero: presi in mano tutto il mio coraggio e mi misi alla ricerca di un’opportunità di business adatta.
E così trovai Eco Store
Una catena di negozi presente in maniera capillare in Italia, con 300 punti vendita in franchising e una competenza invidiabile del loro ramo. Un settore tecnologico, quello delle stampanti, attorno al quale avevo spesso gravitato ma senza pensare di farne un lavoro, e invece era perfetto! Potevo servire sia clienti privati che liberi professionisti o aziende, e studiare soluzioni calibrate al millimetro per ogni diversa situazione. Trattando un prodotto che si esaurisce con l’uso (toner e consumabili per stampanti) e che devi tornare a comprare, era imperativo lavorare costruendo relazioni di fiducia con i miei clienti.
Eco Store mi aiutò nell’apertura e nell’avviamento del nuovo punto vendita in pieno centro a Ravenna, e negli anni a venire dimostrò molte volte di essere un brand dinamico e sperimentatore, facendo investimenti importanti in settori nuovi e, talvolta, anche rischiosi (dal punto di vista del business, s’intende!)
Il negozio era in costante sviluppo, e aggiungendo il servizio di assistenza informatica (comprese lezioni per principianti!) ottenni un bellissimo gradimento del mio pubblico. Quello che nessuno poteva prevedere, però, era che da lì a poco un grosso cambiamento urbanistico avrebbe mutato completamente la viabilità della mia zona, stroncando inesorabilmente il passaggio davanti alla mia vetrina. Quando la decisione venne annunciata su tutti i giornali locali dovetti farmene una ragione.
Il negozio doveva spostarsi
Affrontare i costi del trasloco di un’attività non è uno scherzo, specialmente quando hai tanti clienti “di vicinato” che avranno difficoltà a seguirti nella nuova sede. Avviai un servizio capillare di consegna a domicilio, lavorando anche in pausa pranzo e la sera dopo la chiusura, pur di non perdere i miei affezionati clienti, mentre nel contempo il nuovo punto vendita iniziava a riscuotere un successo imprevisto. Vetrina più grande, insegna raddoppiata, un viale ad altissimo scorrimento in un quartiere pieno di uffici e appartamenti… Avevo scelto davvero bene!
Mi dotai di collaboratori per aiutarmi nell’operatività ordinaria del negozio mentre intraprendevo finalmente il salto verso una dimensione di relazioni di business di livello superiore. Tramite una struttura di marketing referenziale presente in tutto il mondo, nota come BNI, entrai in contatto con i migliori professionisti e imprenditori della mia regione, aumentando le mie competenze e investendo massicciamente sulla mia formazione personale. Quest’ultimo passo mi ha fatto fare un vero salto di qualità, sia nella gestione del mio lavoro sia nella cura dei rapporto interpersonali con i miei collaboratori, con i clienti e con i partner commerciali.
Nel febbraio 2019 sono stato nominato “Miglior Networker BNI” della Romagna, per le relazioni di business instaurate e lo spirito di squadra alimentato con dedizione e impegno.
Ora mi guardo indietro e vedo tutto il percorso fatto fino a qui. Le sfide non sono certo finite perché nuovi competitor si affacciano sulla scena, e l’evoluzione tecnologica cambia il campo di gioco di anno in anno, ma io sono tranquillo.
Fin da bambino ho sempre amato costruire relazioni lunghe con le persone. Nel mio lavoro non faccio eccezione. Sebbene negli anni i miei servizi abbiano assunto un taglio più “business” man mano che aumentava la mia padronanza del settore, ho tutt’ora migliaia di clienti privati soddisfatti, alcuni dei quali mi portano in regalo il panettone a Natale e un bell’uovo di cioccolato a Pasqua. La salute è decisamente migliorata, ricevo richieste di preventivi ogni giorno e amici e conoscenti si rivolgono a me come “quello che conosce tutti”.
Fa ridere, ma in effetti è quello che vorrei fare sul serio. Circondarmi di persone e aziende affidabili e serie, per le quali diventare un elemento chiave verso una vita più profittevole e densa di soddisfazioni.
Scegli il lavoro che ami e non lavorerai neppure un giorno in tutta la tua vita.
Confucio
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